di German Bernasconi (Poder Popular – Argentina)

 Dal 10 all’11 maggio si è svolto il VI Incontro Eco-socialista Internazionale. L’assemblea si è tenuta per la prima volta fuori dall’Europa nell’anno in cui cade il decennio dal primo incontro di Ginevra che si tenne nel 2014.

Abbiamo iniziato a lavorare al VI incontro più di un anno fa quando ATTAC e Poder Popular hanno iniziato ad esplorare le possibilità di organizzarlo.

Dopo mesi di dibattito, a causa della complessa realtà argentina e della situazione elettorale, gli eventi ci hanno portato a sospendere lo svolgimento dell’evento che avevamo previsto nel 2023, ma il lavoro e la definizione degli obiettivi politici sono proseguiti. Ai successivi incontri del gruppo promotore del meeting, che comprendeva organizzazioni provenienti da Brasile, Cile, Paese Basco, Portogallo e Svizzera, s’è aggiunta anche Marabunta al gruppo locale argentino.

Trascorsa la congiuntura elettorale, constatata la vittoria di Javier Milei, si è deciso di continuare ad organizzare l’incontro per il mese di maggio, ratificando quest’intenzione subito dopo la vittoria del ‘candidato libertario’ anche in considerazione del suo programma di «aggiustamento strutturale» del capitalismo contro la classe operaia. Abbiamo proseguito nell’organizzazione dell’incontro poiché riteniamo che la solidarietà internazionale sia la chiave per sconfiggere i piani di Milei.

Alcuni obiettivi dell’incontro eco-socialista svoltosi in Argentina
Il movimento ambientalista nel nostro Paese è ampio, diversificato e con una militanza piuttosto varia. Le lotte anti-estrattiviste, così come quelle contro l’espansione delle colture geneticamente modificate e l’uso di prodotti agro-chimici, fanno sì che l’ambientalismo si affermi come uno dei settori più dinamici e di grande portata tra i giovani. Tuttavia, la prospettiva eco-socialista non rappresenta una voce di grande rilevanza all’interno del movimento.
Quest’analisi ha posizionato l’incontro a proporre una piattaforma per riunire tutta la militanza che si ispira alla prospettiva eco-socialista.
D’altronde la dinamica dell’organizzazione a raduni faceva sì che ci si organizzasse solo ogni due anni e solo in quel frangente. Il compito era quello di dare un respiro, una continuità politica e militante agli incontri; che si potesse consolidarne i dibattiti e possa avanzare a livelli maggiori di accordo, sviluppi programmatici e strategici fino alla sfida posta dalla crisi climatica, responsabilità diretta del capitalismo.

Allo stesso modo, aver organizzato l’incontro nel Sud del Mondo ha posto la sfida di toccare argomenti che non sono comuni ad altre latitudini: estrattivismo, colonialismo verde, razzismo ambientale e lotte delle popolazioni indigene.

Infine, s’è trattato dello svolgimento di COP30 a Belem nel 2025: tale appuntamento ha imposto un nuovo dibattito attorno alla conferenza. Un dibattito che ha avuto come oggetto di discussione l’utilità di partecipazione, di strategia di denuncia o di non riconoscimento e non partecipazione al meeting oppure, ancora, alla partecipazione al Controvertice che si sta già svolgendo.

Lo sviluppo dei lavori
Dopo quasi un anno di lavori, il 10 e l’11 maggio, più di 200 persone si sono date appuntamento presso l’Auditorium Centrale dell’ATE (Asociación de Trabajadores del Estado) e nei due auditorium dell’Hotel Quagliaro, anch’essi di proprietà dell’associazione sindacale sopracitata. Il 9 maggio, per  la verità, erano previste altre attività legate all’assemblea ma sono state sospese per la concomitanza dello sciopero generale indetto da tutti i centri operai del paese. Sciopero resosi necessario a causa delle politiche di razionalizzazione messe in atto da Milei.

Vari sono stati i temi affrontati in entrambe le giornate, temi propri dell’agenda eco-socialista: le questioni legate all’eco-marxismo, il saccheggio dei territori, il debito e l’economia in chiave eco-socialista, l’ascesa del militarismo e dell’estrema destra (nonché della repressione conseguente) sono stati alcuni dei temi della prima giornata, conclusasi con un panel che ha rappresentato le grandi lotte ambientali che si sono verificate in Argentina negli ultimi decenni.

La giornata di sabato 11 si è aperta con un intervento di Michael Lowy nel dibattito eco-socialista tra centro e periferia, seguito da un dibattito approfondito su cosa fare riguardo la COP30, momento che ha inaugurato la la Prima conferenza eco-socialista dell’America Latina e dei Caraibi [1].

Sovranità alimentare, eco-femminismo, nonché il dibattito attorno al tema ‘energia e classe’ nel capitalismo, hanno animato un pomeriggio in cui ogni tema è stato debitamente approfondito. Il panel finale ha discusso la situazione attuale del movimento eco-socialista e le sue prospettive future. Daniel Tanuro, figura cardine del movimento eco-socialista globale, ha iniviato un video-contributo al dibattito. L’assemblea si è chiusa con i presenti convenuti attorno ad una triplice linea di continuità:

1) la partecipazione al Controvertice di Belem in cui si terrà anche il Secondo incontro ecosocialista dell’America latina e dei Caraibi;

2) lo celebrazione del VII incontro ecosocialista internazionale che si terrà in Belgio, organizzato da Gauche Anticapitaliste;

3) la prosecuzione del dibattito programmatico e strategico in una rete internazionale che terrà il suo primo incontro nelle prossime settimane.

Il bilancio conclusivo del VI incontro non può che essere positivo: hanno partecipato al meeting più di 40 organizzazioni provenienti da 15 paesi (oltre alla mobilitazione di persone provenienti da gran parte delle province argentine). Gli eco-socialisti hanno piantato una base da cui poter partire per intervenire al meglio nel movimento ambientalista: il compito che abbiamo di fronte è quello di dare continuità all’organizzazione delle istanze permanenti, nonché di riflessione e costruzione. Un compito che deve anche prevedere un intervento unitario nella lotta contro gli estremisti di destra, negazionisti della crisi climatica. Con la consapevolezza che gli eco-socialisti siano sempre attenti a non cadere nelle false soluzioni proposte dal capitalismo verde.
Oggi siamo più vicini a un’alternativa di sistema che sia eco-socialista e che consenta alla classe operaia di godere di un ambiente sano, di impiegarsi per meno ore di lavoro e avere più tempo per la propria vita personale. È tempo di passare all’offensiva e articolare un programma sistemico contro la barbarie climatica e sociale del capitalismo.

 

[1] Nota del traduttore: letteralmente viene scritto nel testo «Primer encuentro ecosocial Latinoamericano y Caribeño». Successivamente l’autore dell’articolo riporta la dicitura «Segundo encuentro ecosocial(ista)». Si è dunque proceduto a considerare (e a tradurre) «ecosocial» con «eco-socialista» tanto nel primo quanto nel secondo caso].

Traduzione a cura di Marco .

Fonte:      https://puntodevistainternacional.org/ecosocialismo-para-cambiarlo-todo-una-mirada-de-los-vi-encuentros-ecosocialistas-internacionales/

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